Francesca Penserini – Disegni d’origine
Penserini è un’artista eclettica, si esprime con interesse attraverso l’uso del disegno che cura profondamente con grande maestria e capacità, senza allontanarsi dalla passione per la scultura nella quale ha potuto esprimere il proprio immaginario. Nel disegno l’artista allarga la propria concezione per una profonda visione verso le dinamiche esistenziali espresse nelle opere: « I Giacenti » dove il disegno raggiunge un efficace risultato nel definire il corpo nel mutamento dei cicli della vita. Infatti, la nudità raggiunge un declino voluto, nella concezione reale della vita e della morte. Lo stesso argomento lo troviamo espresso nei « Sudari » dove l’artista rende tangibile le proprietà del drappeggio con disinvoltura, per esprimere appartenenze di ancestrali concezioni del corpo umano nel proprio limite.
La scultura dell’artista si rende spettatrice del mistero evolutivo della vita nel suo incidere, come un senso che avanza o retrocede secondo l’influenza cosmica dell’universo stesso, che prodigiosamente partecipa a fianco dell’uomo sempre in cerca di riscatto e di risposte a volte evidenti o incerte nel concetto stesso del vivere che appiana, distorce, scompiglia a seconda del dubbio o nella mancata realizzazione dell’io.
Le forme scultoree appaiono indefinite, condizionate dal tempo che modifica e rende incerta qualsiasi evoluzione, la quale si sdoppia per una filtrazione di altre realtà dove si inseriscono geometrie filosofiche dell’io stesso, il quale si trasforma in natura come espansione per somiglianze e affinità, con i cicli naturali e fisici della terra. Penserini diventa così l’artista del riscatto umano nella forza di rendere visibile l’invisibile. Gli enfatismi ecologici riportano a fughe che tendono ad esagerare la concezione dell’appartenenza spirituale di complesse impalcature del pensiero, sia nella realtà che nella trasfigurazione di elementi che tendono a stupire, per esaltare la trasformazione simbolica nelle realtà di coesione e appartenenza.
Tale concetto viene espresso in toni decisi dall’opera: « Fractio » la quale esprime una collocazione geometrica spaziale, dove emergono criteri filosofici di andature prescelte tra l’identità umana e la propria immersione, sia nel concetto astratto della contaminazione di appartenenze fisiche, e tangibili con la natura. I passaggi scultorei diventano percorsi e possibilità di intervenire attraverso concetti perenni con l’elemento naturale, il quale si inserisce con affinità di immersione totale.
Ives Celli, Padova, Italia, 14/6/9
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