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Trittici e disegni di superficie

di Francesca Penserini



L’insieme di lavori intitolati “Trittici e Disegni di Super­ficie” è costituito da una serie di disegni e di sculture che offrono uno sguardo su delle superfici che spesso, a causa della loro estrema familiarità, non siamo più in grado di percepire. Su di esse vi si ritrovano alcune impronte grafiche che offrono molteplici possibilità inter­pretative.


I “Trittici” tracciano dei legami ibridi tra oggetti scolpiti e superfici disegnate. Identificare l’origine delle cose, rappresenta una naturale pulsione, spesso anteriore a ogni altra esperienza umana e strettamente connessa alla memoria atavica. Occupando lo spazio, propongo una rappresentazione della relazione tra l’energia del corpo e la vitalità della sua memoria. Tale paradigma crea un passaggio tra lo spazio concreto, reale e quello interiore.


I “Disegni di Superficie” sono costituiti da tre gruppi di sei disegni. Ogni frammento è uno studio preliminare che conduce verso un “Trittico”, il quale è composto a sua volta da due disegni e una scultura. Ogni sezione di disegno è il frutto di una ricerca autonoma, nella quale entrano in gioco la materia, un motivo e il modo in cui tale ritmo ripetitivo può arrivare ad occupare una superficie grafica.

« PETALI – FOSSILI » è costituita da una ceppaia di pino intagliata e incisa. La parte superiore leggermente inclinata ricorda la forma di una foglia fossilizzata. Tale frammento vegetale è il risultato di un’ibridazione tra una foglia di pioppo e un petalo di rosa. Sul muro è rappresentato un petalo cromaticamente alterato. Pro­ponendo associazioni tra strutture costitutive e tessuti di superficie, questo insieme vuole simboleggiare il passa­re del tempo, il suo scorrere ciclico ed il perpetuo rin­novarsi della vita.

« PELLE – ELLISSE » mostra due disegni che presentano entrambi forti affinità con la scultura a mosaico che li accompagna. La sezione del dorso della mano rivela il tessuto costitutivo della pelle, la sua superficie irre­golare. Si materializzano somiglianze formali, come la veduta aerea di una duna di sabbia o la terra scre­polata dall’aridità. L’ellisse a terra ci presenta una forma arcaica, che potrebbe ricordare un ciottolo levi­gato dall’attrito. Questo trittico invoca l’usura del tempo e la sua azione sulla fragilità della materia.


« PENTAGONO – RÉCAMIER »
Al muro, un fiore selvaggio a cinque petali forma una struttura pentagonale. La scultura s’ispira di un fram­mento di cono di pino di cui la curva interiore ricoperta di broccato di seta evoca una poltrona Récamier. Delle zampe di marasco gli danno un’elevazione, una legge­rezza. Le sezioni s’incastrano una nell’altro e formano un tutto. Si riconoscono degli elementi propri al mobilio, ma la parte organica scolpita e la fragilità del tessuto sembrano metterla in pericolo. Come se un Metem­psicosi aveva avuto luogo; il passaggio di un’anima in un altro corpo ha lasciato delle tracce della sua migrazione.


« ASTER / DUOMO-PAZIENZA »
Il primo disegno rappresenta una cupola architettonica che regge tutto l’edificio grazie al suo ultimo elemento: la chiave di volta. Il secondo disegno cattura la parte centrale di un Aster. Entrambi hanno la stessa struttura spiralata formata da piccoli frammenti imbricati e inca­strati tra di loro. La scultura intitolata « Pazienza » è un volume cubico formato da quattordici fasci identici di legno tenuti insieme da una serie di incastri. Questa tecnica di assemblaggio reitera, come per la cupola, quella dell’impilamento “gravitazionale” di diversi ele­menti. Questa composizione evoca il peso del materiale e il suo precario equilibrio.


« CORALLO/ PILASTRO »
Sul piano simbolico, il pilastro sostiene la terra e il cielo, li collega. Riunisce il maschile e il femminile. È l’asse del mondo. Nella religione Vudù, è un legame dir­etto con l’aldilà. Questo tronco di pino scolpito con un motivo stellato reitera il concetto di volta celeste. Al muro, una vista ingrandita di un corallo suggerisce la porosità dell’osso. È il fondale marino, l’acqua, il cal­care, il sale. La verticalità dell’insieme rievoca un passaggio, una transizione.


« ROSAE [ELENA] », « ROSAS [LILY] », « ROSIS [ROSELLE] »
Il disegno di questi petali esprime la nozione di un cen­tro verso cui tutto converge. È il polo dove tutto co­mincia e tutto finisce. Il movimento spiralato che nel primo dittico conduce verso sinistra e nel secondo verso destra, crea un effetto speculare. La versione mono­cromatica del disegno enfatizza la qualità scultoria dei petali, mettendone in risalto il loro volume. Il primo dittico è stato creato ispirandomi all’immagine di mia madre. Queste fragili rose vogliono rendere omaggio alle donne che hanno avuto un ruolo importante nella mia vita e vogliono rappresentare la simbologia della femminilità di questi esseri eccezionali.


« LA SINISTRA E LA DESTRA »
L’installazione di questo lavoro comprende cornici e ta­voli di supporto. Essa propone due incisioni in rilievo senza inchiostro. « LA DESTRA » traduce in bassorilievo lo spazio del dittico « ROSAS » mentre « LA SINISTRA » rappresenta il suo inverso: laddove una forma affiora nella prima incisione, la stessa si immerge e scompare nel suo opposto mettendo in risalto il passaggio dal vuoto al pieno. Queste due incisioni su linoleum restitui­scono la superficie della carta attraverso le tipiche caratteristiche del linguaggio scultorio. Sulla superficie della carta, abitualmente liscia, sono in questo caso riconoscibili modulazioni che conferiscono al materiale una memoria volumetrica.


« TESSUTI »
Questa serie è nata in occasione della creazione delle incisioni « LA SINISTRA E LA DESTRA » e ha trovato la sua fonte di ispirazione nella stanza da cucito della madre dove già da bambina Francesca raccoglieva fili, nastri, pizzi e scampoli di tessuto di cui apprezzava la fattura e i motivi decorativi. I rilievi dei diversi materiali sono stati stampati su carta inumidita attraverso un metodo di stampa d’Acquaforte. Una volta la carta essi­ccata e pressata, la sua superficie è stata poi ampliata con gesso e grafite. L’area neutra dell’inquadratura per­mette la fuoriuscita di materiali dalla zona di sovrappo­sizione centrale, fornendo al contempo una superficie neutra sulla quale l’artista traccia elementi grafici in trompe-l’oeil.


La presenza della struttura del tessuto e delle fibre è una caratteristica comune a molte sculture realizzate dall’artista, in cui la superficie è costituita da una trama elastica che avvolge la forma modellata. Così, con il gruppo dei « TESSUTI », il ciclo si chiude: la dimensione scultoria della carta viene a raggiungere la dimensione grafica del lavoro scultorio.

 

Traduzione Werther Guidi




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